Renzi in Calabria, divieto di manifestare: dipendenti Provincia Vibo fermati sull’A3

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I lavoratori sono stati bloccati a Tarsia da una pattuglia della Polizia stradale: non possono proseguire verso Mormanno, dove è atteso il premier  (GUARDA IL VIDEO)

di ILARIA LENZA

Solo uno striscione. Niente di più. Nessuna contestazione violenta o intenzione cattiva. I lavoratori della Provincia di Vibo con quell’unico striscione in mano questa mattina sono saliti sul pullman, pacificamente, per raggiungere il premier Renzi a Mormanno. Tutto con l’intenzione di palesare la sofferenza dei dipendenti provinciali calabresi, quelli di Vibo senza stipendio da quasi cinque mesi. Il viaggio è andato bene, senza intoppi, sino all’altezza di Tarsia, quando una pattuglia della Polizia stradale ha fermato il pullman con a bordo i lavoratori. Gli agenti della pattuglia, secondo quanto riferito dai dipendenti, hanno posto fine al viaggio verso Renzi, intimando l’alt ai lavoratori della Provincia di Vibo. “L’ordine – dicono i lavoratori – è quello di non far passare il gruppo oltre Tarsia”.

foto provincia a3Fermi nel piazzale anche i diritti. I dipendenti provinciali si trovano in questo momento fermi in una piazzola di sosta, impossibilitati a proseguire. “Questo non è uno Stato democratico. L’Italia in questo momento – dicono esasperati e indignati – vive un momento simile al Fascismo. E’ bene che si sappia: la Calabria non sta rinascendo, che non raccontino favole”. Si sta male, nelle amministrazioni pubbliche, si sta male in un Paese in cui non si può palesare nemmeno un disagio. “Volevamo soltanto, in modo pacifico, manifestare la nostra sofferenza, da calabresi e vibonesi: non abbiamo il diritto nemmeno di fare questo”. Il fermo, secondo quanto si apprende, nasce da una comunicazione della Digos di Vibo alla Questura di Cosenza. Il questore di Cosenza si è impegnato a trovare un  posto ai manifestanti nell’appuntamento con il premier Renzi dopo Mormanno. Indignati i lavoratori affermano: “E’ una censura organizzata, un’ulteriore mortificazione dei lavoratori che chiedono solo rispetto del loro diritto da più di un anno”. Lo striscione resta ai bordi del tratto stradale in cui i lavoratori sono stati relagati. “Come i rifugiati bloccati alle frontiere: ma che Italia è questa? Repubblica fondata sul lavoro?”. Se lo chiedono i provinciali, da calabresi e italiani.

Si riparte. La manifestazione dei dipendenti provinciali a Mormanno salta definitivamente. Ma il pullman dovrebbe ripartire verso Cosenza, dove il questore è riuscito a programmare la presenza dei lavoratori all’incontro con Renzi. I dipendenti provinciali in questo momento stanno risalendo sul pullman, per raggiungere la piazza in cui è atteso in premier.

Aggiornamento. Il questore di Cosenza sta coordinando gli spostamenti. Sul pullman con i dipendenti provinciali si trova anche un agente della Polizia, che fornisce indicazioni all’autista sulla rotta stradale da seguire. “Non sappiamo dove ci stanno portando”, dicono i dipendenti, “forse a Cosenza”.

Di nuovo verso Mormanno. Dopo una protesta, che i dipendenti provinciali definiscono “vibrante”, il pullman riprende la strada per Mormanno. Non è ancora chiaro se i lavoratori avranno modo o meno di incontrare il premier Renzi. Il viaggio prosegue e i dipendenti provinciali sono scortati dalla Digos. “Siamo mortificati – commentano – nella nostra dignità di uomini, lavoratori onesti, italiani”.

“Impossibile andare avanti”. Il viaggio dei dipendenti è arrivato a conclusione. I lavoratori, secondo quanto riferiscono, non possono proseguire. La loro manifestazione pacifica si chiude in un autogrill, dove al momento si trovano, a un passo dal premier. “Siamo stati deviati – dicono -, non possiamo assoultamente avvicinarci”.

In piazza a Cosenza. Il questore di Cosenza si è impegnato a trovare un posto nella piazza in cui è atteso Renzi riservato ai dipendenti provinciali vibonesi. In questo momento si trovano dietro ad una transenna con esposto il loro striscione. Attendono di poter manifestare al premier il proprio stato di disagio.

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