Economia & Società

Lotta al caporalato e al lavoro nero. Scende in campo la Prefettura

“Focus ‘ndrangheta” nella piana di Gioia Tauro. Predisposto un piano contro lo sfruttamento degli immigrati

Lotta al caporalato e al lavoro nero, con particolare riguardo allo sfruttamento degli immigrati: sono gli obiettivi di una nuova fase del piano “focus ‘ndrangheta” che è stata avviata nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria. A darne notizia è stato il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, nel corso di un incontro con la stampa. “Finora le forze dell’ordine sono state impegnate in maniera lodevole, massiccia e con grandi risultati operativi sul fronte della Locride – ha detto il prefetto – ma ieri è stato dato il calcio di inizio a un’altra iniziativa di prevenzione all’interno del piano focus ‘ndrangheta”. Si tratta principalmente di un’attività di prevenzione che si svolge sul quadrante della Piana di Gioia Tauro, laddove, ha ricordato il prefetto “c’e’ una ferita storica: le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati. Una ferita che ha portato – ha ricordato – anche a eventi dolorosi, come la rivolta del 2010, ma che continua a essere all’attenzione di tutti, non solo mediatica, ma anche all’attenzione operativa delle forze dell’ordine”. L’attività sarà incentrata nel contrasto alle forme di caporalato e lavoro nero, con controlli sull’osservanza delle disposizioni riguardanti l’entrata e la permanenza degli stranieri in territorio nazionale. “E’ un’attività di prevenzione – ha chiarito il prefetto – che desideriamo che faccia notizia a fini proprio di ulteriore prevenzione sul territorio, riguarda proprio le condizioni di lavoro degli immigrati, ma anche naturalmente dei lavoratori italiani. Questa è la prima operazione, che si è svolta ieri, ma ne seguiranno diverse altre a sorpresa per cercare di dissuadere e ottenere la collaborazione di tutti nella riconduzione a legalità di un fenomeno che è molto esteso su tutta la piana di Gioia Tauro. Il lavoro – ha ammonito il prefetto – si deve svolgere in condizioni dignitose rispettando le disposizioni di legge nei confronti di ogni lavoratore, soprattutto di quelli che soffrono di più e sono soggetti più fragili”. (AGI)

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