Politica

Sanità, Gelli promuove Scura e gela il governatore: “Il commissariamento prosegue”

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Scuotono il Pd le dichiarazioni rilasciate dal responsabile Sanità della segreteria nazionale democrat al termine dei lavori della Consulta promossa a Catanzaro

dalla REDAZIONE

Altro che fine del commissariamento. Il Pd, almeno a Roma, ha le idee ben chiare in proposito. E all’occorrenza le rende note anche in Calabria. Sono dichiarazioni shock quelle di Federico Gelli, responsabile Sanità della segreteria nazionale democrat. “Il commissariamento in Calabria – ha affermato a conclusione dei lavori della Consulta sulla Sanità promossa a Catanzaro – non può essere interrotto. Lo dice la legge dello Stato italiano. Le condizioni della sanità in questa regione necessitano, ancora, di un lungo commissariamento”. Parole che hanno preceduto un giudizio positivo sul commissario Massimo Scura ripetutamente bocciato dal governatore e da buona parte del Pd calabrese.

“I dati che sono stati presentati, anche se in maniera incompleta, dalla Regione Calabria – ha proseguito- dimostrano che questa è una regione che non garantisce purtroppo i livelli essenziali di assistenza e, ancora oggi, ha un disavanzo di oltre 65 milioni di euro. Non è che la politica può decidere un giorno in modo alterno dall’altro. A decidere sono gli indicatori che ho citato”.

“Può piacere o meno – ha aggiunto Gelli – il commissario Scura. Il problema non è questo, ma è la situazione in cui si trova attualmente il sistema sanitario della Regione Calabria, che purtroppo non è solo il frutto di un lavoro di un commissario arrivato da pochi mesi ma è il risultato di molti anni in cui questa regione è stata abbandonata a se stessa nella guida e nella gestione della sanità con tutte le responsabilità a carico della classe dirigente politica e a carico dei commissari, che non hanno fatto molto probabilmente il loro dovere”.

“Lo Stato – ha chiosato – definisce quali sono i criteri per il mantenimento del commissariamento. Purtroppo c’è da fare ancora un lunghissimo lavoro”.

Quanto al commissario Gelli ha chiarito: “Esprimo un giudizio positivo sull’azione del Commissario non perché egli abbia la bacchetta magica e possa risolvere in pochi mesi drammi che si sono venuti a creare negli ultimi decenni, ma perché ci sono degli indicatori che, a mio avviso, sono positivi. Il primo di questi – ha aggiunto Gelli – è lo sblocco del turnover che interviene sui problemi superando quanto fatto nel passato quando si guardava solo al dato economicistico rispetto al dato dei Lea e dell’assistenza. Lo sblocco permetterà l’immissione di 880 figure che consentiranno di aprire e attivare molti servizi interrotti per carenza di personale. Certo se si aumenta il personale lievita la spesa e, in questo,deve prevalere un delicato equilibrio che Regione da una parte e Ufficio del commissario dall’altra devono saper governare e gestire. E ancora: l’indebitamento è andato diminuendo rispetto al trend dello scorso anno e la spesa farmaceutica è calata. Sono i primi valori, che non ci fanno stare tranquilli, ma che tecnicamente, e lo dico come medico e come direttore sanitario, rappresentano primi segnali importanti di attenzione verso questa regione. L’ufficio commissariale può fare di più e di meglio? Certo, lo deve fare e questo è il compito per il quale è stato nominato e il Governo, a mio avviso, deve stare col fiato sul collo, tanto dell’Ufficio che della Regione”.

“C’è un difetto di comunicazione tra le due parti – ha detto ancora Gelli – che va sanato in qualche modo. Questo è anche il mio intento tenendo però conto che l’ufficio commissariale è un organismo tecnico nominato dal Governo e non dalla politica. Quello che è importante è l’obbligatorietà della collaborazione tra Ufficio commissariale e Regione. Spero che questo clima si possa recuperare e oggi parlerò con il presidente della Regione così come, nella mia veste politica, cercherò di parlare anche
con il Governo nazionale per vedere di far ritrovare una sintonia la cui assenza, a mio avviso, è un grande problema per la Regione Calabria”.

Secondo Gelli, “il giudizio sull’operato dell’Ufficio del commissario in Calabria non può essere politico ma deve riguardare gli indicatori e i fattori. Guardiamo gli indicatori: mi dicono dal Ministero che sono stati inviati parzialmente i dati sui rendiconti e sui livelli essenziali di assistenza. Non credo che cambierebbe moltissimo rispetto agli indicatori complessivi; tuttavia essere all’ultimo posto o al penultimo, in queste circostanze, potrebbe fare la differenza. Al di là di questo, so che a breve verrà fatto un chiarimento e si capirà se effettivamente i dati sono incompleti o meno”. 

 

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