Politica

Congresso Pd, Censore e Mirabello ufficializzano Insardà

pd-congresso-provincia.jpg

Prova muscolare del deputato serrese che schiera la sua squadra al completo. Ma l’unità resta un miraggio. Assenti De Nisi, Callipo, Lo Schiavo e Soriano

dalla REDAZIONE

Mezzo congresso è fatto. Pure qualcosa in più. Tutto come da previsioni. Una prova muscolare in piena regola. Il Pd censoriano tira dritto per la sua strada. Le opposizioni disertano l’assemblea che diviene l’ufficiale investitura di Enzo Insardà.  Ma conta poco per la maggioranza. Bruno Censore e Michelangelo Mirabello chiamano a raccolta gli amministratori amici per “festeggiare”. E ne arrivano un po’ da tutta la provincia. Nella sala di palazzo “ex Enel”, l’atmosfera è delle grandi occasioni.

La designazione. L’investitura del designato alla successione del consigliere regionale di Ricadi avviene senza andare troppo per il sottile, senza badare troppo alle polemiche dei giorni scorsi sul tesseramento dopato. E sulle sezioni chiuse. Le adesioni al momento in possesso degli uomini di Censore bastano e avanzano per raggiungere l’obiettivo. E allora via all’evento in grande stile. L’organizzazione viene affidata a Vito Pitaro. Principale referente del deputato serrese nella città capoluogo, pubblicamente omaggiato dal parlamentare. “Se l’incontro è riuscito è soprattutto merito suo che continua a lavorare per l’unità”.

I fedelissimi. In prima fila anche altri esponenti della compagine. A cominciare da molti consiglieri comunali del capoluogo, passando per i sindaci di Maierato, Mileto, Rombiolo e San Costantino. Non poteva mancare neppure il dg dell’Asp Michelangelo Miceli. Presente anche Raffaele Mammoliti della Cgil. “Vogliamo un partito unito ha detto Bruno Censore, perchè il partito è di tutti e si vuole allargare il consenso senza cacciare nessuno”.  Ma all’appello rispondono Mirabello, Pitaro e Insardà.  Dal candidato alla segreteria provinciale arriva anche un’apertura ai non pervenuti:”Dobbiamo condividere insieme un processo di cambiamento”. Accompagnata dalle frecciate a chi “entra ed esce dal partito sulla base delle proprie convenienze”.

Minoranze assenti. Le opposizioni interne non prendono parte ai lavori. Alla componente più rilevante, quella di Francesco De Nisi non viene fatto, tuttavia nessun riferimento esplicito. Gli uomini dell’ex presidente della Provincia vengono raggiunti dalle frecciatine di Giuseppe Cutrullà. “C’è una parte del Pd che invece di parlare nelle assemblee preferisce farlo sui giornali”. Non pervenuto, neanche Antonio Lo Schiavo, da mesi in rottura con la corrente di Pitaro e Censore. Nessuna traccia di Gianluca Callipo, né di Michele e Stefano Soriano. Segno che la spaccatura è forte. E forse non è una sola. Ma per vincere il congresso servono i numeri. E soprattutto…le tessere. Censore lo ha capito e tira dritto per la sua strada.

Più informazioni