Cronaca

‘Ndrangheta, operazione “Costa pulita”: navi e villaggi vacanze tra i beni sequestrati

Oltre 100 immobili, quote societarie, rapporti bancari, villaggi vacanze e compagnie di navigazione: sigilli ad un patrimonio di 70 milioni di euro

Beni per un valore di 70 milioni di euro sono stati sequestrati nel corso dell’operazione denominata “Costa pulita”, coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta stamani da polizia, carabinieri e Guardia di finanza contro la cosca Mancuso di Limbadi e le consorterie aggregate degli Accorinti di Briatico, La Rosa di Tropea e Il Grande di Parghelia.

Patrimonio milionario. Tra i beni sequestrati ci sono oltre 100 immobili, quote societarie e rapporti bancari ed anche 2 villaggi vacanze e tre compagnie di navigazione con altrettante motonavi che assicuravano, secondo l’accusa, in regime di sostanziale monopolio, i collegamenti turistici con le isole Eolie.

Il monopolio delle minicrociere. Tra i beni sequestrati anche nr. 3 motonavi utilizzate nel settore delle minicrociere alle Isole Eolie. Il controllo di tale affare da parte delle cosche è apparso rilevante al punto da impedire la costituzione di un consorzio per la gestione delle minicrociere con l’intervento di imprenditori partenopei onde evitare la divisione degli utili con terzi estranei. Sono state acquisite, nel corso delle investigazioni, emblematiche risultanze in base alle quali, anche solo l’ipotesi che i titolari di strutture ricettive potessero rivolgersi ad altri che alle compagnie di navigazione controllate dalle cosche, dava luogo a bellicosi propositi da parte dei boss, pronti a sottolineare che in casi del genere, peraltro dagli stessi ritenuti assai improbabili, al malaccorto imprenditore sarebbe piuttosto convenuto abbandonare il territorio per non incorrere nelle loro ire. In estrema sintesi, sul punto è emerso che le ‘ndrine avevano imposto il loro giogo nel settore sia nei confronti degli altri rappresentanti delle società di navigazione, sia nei confronti dei vari gestori delle strutture ricettive, di fatto spesso costretti ad indirizzare i propri clienti esclusivamente verso le società di navigazione controllate dalle organizzazioni mafiose.

 

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