L’anti-ndrangheta calabrese a confronto tra esempi di coraggio, testimonianze, idee e proposte

Magistrati, presidenti delle associazioni, rappresentanti delle istituzioni riuniti a Catanzaro nella giornata di studio organizzata dal presidente della commissione regionale anti-ndrangheta Arturo Bova

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Una giornata dedicata interamente allo studio dei fenomeni mafiosi e alla legge regionale 9/2018,  il testo unico relativo agli interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza. Un tema vivo, pulsante, quello della 'ndrangheta, l’organizzazione criminale più potente attualmente sul territorio nazionale.




Risollevare il territorio contro le mafie. Centrale  il ruolo della nuova legge regionale che ha fornito dei punti fondamentali e numerosi nuovi strumenti per la lotta alla ndrangheta “Penso siano importanti manifestanti di sostegno per l’impresa e per i cittadini che vivono correttamente- ha detto Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia- per quelli che denunciano e quindi credo che sia la migliore dimostrazione di come si possa risollevare un territorio e di come si possa costituire come regione una barriera di contrasto alle mafie”.

'Ndrangheta 4.0. Una 'ndrangheta che si evolve, modificando le proprie caratteristiche strutturali . La 'ndrangheta, infatti, non è più quella prettamente agricola e di basso spessore culturale, la 'ndrangheta di oggi è quella manageriale, quotata in borsa e istruita nelle migliori agenzie formative internazionali, ne parla così, tra un misto di disprezzo e preoccupazione il presidente della commissione regionale anti-ndrangheta Arturo Bova che ha promosso la giornata: "Lo sappiamo tutti, la 'ndrangheta, soprattutto quella di oggi, non è più quella con la coppola, ormai si parla di 'ndrangheta 4.0 che lavora in borsa che si è dotata di un vero e proprio management legale, che ha una rete fittissima di collaborazione fatta da avvocati, da commercialisti, da notai e da broker finanziari, stiamo parlando della più grande holding nazionale del crimine che produce e fattura oltre 50 miliardi di euro l'anno secondo l'Eurispes. Ora pensiamo che cosa significhi manovrare 50 miliardi di euro".

Fare  rete. Sei sessioni tematiche hanno sviscerato ogni sfaccettatura dell’organizzazione criminale dall’antiracket, all’ antiusura, al caporalato. Sfaccettature che accrescono il potere della 'ndrangheta. Una Calabria che, assieme alle altre regioni deve fare rete, una rete positiva contro la criminalità tutta, come ha sottolineato Nicola Irto, presidente del consiglio regionale della Calabria :”Bisogna fare rete su tre questioni: le attività culturali per spiegare ai ragazzi il fenomeno, mettere in rete normative diverse, e non girarsi dall’altra parte verso la carenza di organico. Le istituzioni devono tendere la mano agli uffici giudiziari". Una giornata dai temi importanti soprattutto per i grandi nomi dell’anti-ndrangheta che vi hanno preso parte: magistrati, presidenti delle associazioni, figure politiche, testimoni di giustizia che, nel rendere le loro testimonianze, si sono rivolti in particolare al cuore pulsante della società: ai ragazzi. Una regione che vanta primati negativi che dovrebbero indurre a riflettere perché in Calabria si parla ancora poco della 'ndrangheta che purtroppo si fa strada, si insinua in ogni ambito della società civile, dalla politica deviata alla massoneria.

Istituzioni locali assenti. Una giornata per i ragazzi ai quali, troppo spesso, viene affidato l’arduo compito di rompere le catene che legano questa regione in una gabbia di malaffare, le stesse catene che le generazioni adulte non sono riusciti a distruggere, anzi, ne hanno rafforzato la stretta. Eppure, mentre si ospitano giornate così importanti per la regione e si parla di cambiamento, si assiste anche ad un vuoto importante, il vuoto delle amministrazioni locali, grandi assenti. Ha fatto notare questo don Ennio Stamile,coordinatore Libera Calabria, nel suo intervento: “Una città che ospita un evento così importante e che organizza un consiglio comunale nello stesso giorno. Parliamo della legge anti-ndrangheta e non vedo perché le amministrazioni locali non siano presenti”.

Libertà e dignità. Presenti svariate figure che quotidianamente prestano il proprio operato per rendere la Calabria una regione pulita,  tra esse le figure dei testimoni di giustizia che hanno avuto il coraggio di parlare dei soprusi e delle intimidazioni subite dalla criminalità organizzata. Persone che hanno rotto il mito dell’omertà, parlando: “Venti anni fa non c’era informazione. La ndrangheta era un mondo inesplorato, oggi non ci sono alibi. Lo Stato c’è ed è vicino. - ha detto Antonio Saffioti- Io ho fatto una scelta, la scelta di restare nel territorio. La ndrangheta non doveva distruggere i miei sogni. Noi adulti dovremmo chiedervi scusa - ha detto guardando i giovani-  scusa per quello che non vi abbiamo dato. Quando ho fatto questa scelta, sono tornate da me due amiche: dignità e libertà; nelle quattro mura di casa in cui vivo ho la serenità “ Esempi forti, le cui voci rimbombavano, facendo eco, tra le mura dell'anfiteatro e nell'anima di coloro che ascoltavano.

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