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Storia di un paradosso: i protagonisti del fallimento (quasi) tutti in campo per “riscattare” Vibo

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Non ci sono dubbi. La politica è tornata a serrare i ranghi, a Vibo Valentia. Il civismo a metà emerso dalla presentazione delle liste è il risultato di un calcolo ragionieristico, una spartizione di candidati, figlio del consueto posizionamento da parte di chi pensa di poter gestire solo poltrone. Liquidata l’amministrazione Costa con escamotage che richiamano neppure tanto vagamente logiche piuttosto desuete, i partiti si apprestano a vivere una nuova campagna elettorale. E se Costa aveva raccolto nel civismo tout-court sensibilità diverse della società civile, senza pensare tanto alla loro eterogeneità, oggi i partiti rispolverano la nomenclatura più ostile al cambiamento e guardano al futuro con donne ed uomini del passato, ammantando il tutto di falso civismo.

In buona sostanza, a destra e a sinistra la barca, ormai una zattera, è nelle mani dei soliti noti che senza molti scrupoli hanno definito le liste in un territorio vittima della criminalità organizzata nonostante il monito lanciato settimane addietro dal procuratore distrettuale antimafia Nicola Gratteri. Sul piano politico, invece, l’unica vera differenza con il passato è che cinque ex consiglieri di centrosinistra si schierano accanto a un candidato con una storia di destra e che un raggruppamento di estrema destra è pronto a convolare a nozze con il Partito democratico che Zingaretti vorrebbe far riemergere nell’ambito di un centrosinistra oggi inesistente.

Non rimane che attendere qualche spunto interessante sulla soluzione dei problemi di una città che vive uno psicodramma: il Comune è in dissesto finanziario, senza acqua potabile, il Piano strutturale deve essere ancora definitivamente varato, il dissesto idrogeologico mette oltre la metà della popolazione in imminente rischio di vita ad ogni scroscio d’acqua, i servizi sono latenti, la riscossione dei tributi rimane un miraggio. Vibo Marina è una frazione isolata nel contesto cittadino, le poche industrie che c’erano hanno chiuso i battenti e il porto langue.

L’ex sindaco Elio Costa ha spiegato giorni addietro a Zoom24 che molti obiettivi sono stati conseguiti. Ha chiarito di aver fatto il possibile per evitare che perfino gli stipendi non venissero pagati. Oggi lui non si ricandida mentre quasi tutti coloro i quali lo hanno prima sostenuto e poi mandato a casa – fior di assessori e consiglieri rimasti proni fin quando è stato possibile restare aggrappati alla poltrona – dopo essere stati a vario titolo protagonisti del quadriennio appena trascorso scendono nuovamente in campo per riscattare la città dal..fallimento. Quale se non il loro fallimento? E lo fanno con la faccia tosta e un abito nuovo: quello di oppositori della passata amministrazione alla quale invece hanno dato il proprio apporto, condizionandola non poco nelle proprie scelte prima di eseguire diktat dall’alto e mandarla a casa.

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