Cronaca

I reflui del depuratore di Catanzaro scaricati nel fiume, in 3 rischiano il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per il direttore tecnico della Soteco, per il direttore operativo dell’impianto e per il responsabile unico del procedimento

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Una serie di violazioni delle norme in materia ambientale per fare in modo che da un impianto di depurazione venissero scaricati direttamente nel fiume Corace una serie di “rifiuti”, superando i cosiddetti valori di accettabilità, senza considerare l’impatto negativo sulla salute e sull’ambiente e senza tener conto delle sostanze pericolose di materiali e prodotti immesse nell’ambiente stesso. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Stefania Paparazzo, dopo aver chiuso le indagini nel mese di luglio, ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Angelo Nasprato, 41 anni, di Napoli, direttore tecnico della Soteco, società che gestisce l’impianto di depurazione in località Verghello nel Comune capoluogo di regione; Domenico Augruso, 32 anni, di Catanzaro, direttore tecnico operativo dell’impianto e Franco Greco, 54 anni, di Catanzaro, responsabile unico del procedimento in ordine al servizio di manutenzione dell’impianto.

Ciclo di depurazione assente. Tutti e tre, secondo le ipotesi della Procura, con fatto accertato il 24 gennaio 2018, avrebbero effettuato e dolosamente mantenuto uno scarico di acque reflue urbane che in uscita dall’impianto di depurazione in località Verghello “venivano scaricate nel corpo ricettore costituito dal fiume Corace” senza essere sottoposte ad alcun ciclo di depurazione, superando i valori dei parametri di accettabilità, cod, bod 5, contenuto di azoto ammoniacale, escherichia e coli.Venivano raccolti e depositati  in tre cassoni-container, (delle dimensioni di 6 metri per 2,50 metri per 2,50 metri) fanghi centrifugati avviabili allo smaltimento per circa 100 metri cubi, superando il limite previsto per il deposito temporaneo dal decreto per le norme ambientali.  Adesso la parola passa al gup del Tribunale di Catanzaro, che nel contraddittorio tra accusa e difesa, deciderà se accogliere la richiesta della Procura di mandare a processo gli indagati.