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I Paesi stranieri con le tasse più basse per i giocatori sul gioco d’azzardo

Paesi stranieri

Esiste un mondo complesso e variegato dietro al gioco d’azzardo, ed è importante esplorarlo per comprenderne il funzionamento. In questo approfondimento vogliamo parlare delle tasse sulle vincite che si trovano a pagare i giocatori. Per mantenere il gioco legale, i casinò stessi si trovano a versare delle tasse sul proprio reddito, permettendo così di sostenere le economie e considerare vantaggioso il gioco a distanza regolamentato. 

Il discorso vale chiaramente per tutte le piattaforme con licenza, anche per i casinò stranieri per giocatori italiani. Il nostro obiettivo è quello di conoscere quali sono le realtà mondiali, mettendo in luce i Paesi stranieri che hanno le tasse più basse per i giocatori. Perché non possiamo dimenticare che questo settore porta molti soldi a ogni Paese grazie anche alla richiesta di tassazione.

Spagna

Per fare un quadro generale su questo paese, a partire dal gennaio 2019 è prevista una tassa sulle vincite al casinò che prevede il 20% sulle vincite fino a 2 milioni di euro, si sale al 30% sulle vincite da 2 a 4 milioni. SI passa poi al 40% sulle vincite comprese tra 4 e 6 milioni di euro e del 50% sulle vincite che superano i 6 milioni. 

Sul territorio spagnolo è stato previsto un provvedimento di legge per tagliare il pagamento delle imposte sulle macchine da gioco e le slot a vincita limitata. Il decreto è stato presentato nel 2020 per riuscire a sostenere, con misure economiche, sociali e amministrative, gli effetti dannosi della pandemia.

Portogallo

La situazione attuale è in fase di modifica, almeno secondo le ultime notizie: al momento si mormora che le tasse su poker e casino online potrebbero salire dal 15 al 25%. Pare che tale passaggio possa essere attuato nel prossimo bilancio statale, quindi nel corso di questo 2021. Sembra ci sia il sostegno da parte dei due partiti politici di maggioranza che vogliono quindi puntare su novità importanti. 

Ci sono però tre punti centrali che gli operatori del gioco a distanza hanno richiesto: prima di tutto di avere la stessa aliquota su tutte le tipologie di scommesse. Inoltre la tariffa stabilita dovrebbe rispettare il reddito lordo e non il volume di fatturazione, puntando poi a un tasso che sia ragionevole. 

Singapore

Anche qui il gioco d’azzardo è in forte via d’espansione e la nascita di nuove realtà, e operatori che lavorano nella Repubblica di Singapore, hanno richiesto l’arrivo di nuove tasse. Riguardano tutti i casinò, i centri per le scommesse e quelle attività che sono connesse al gioco d’azzardo. 

Al momento la tassazione è fissata al 5%, ed è per questo il Paese con il costo più basso, anche se vi è un aumento fino al 15% per i casinò terrestri.

Finlandia

Il sistema finlandese merita un discorso a parte perché non opera attraverso un regime di concessioni, ma agisce in modo diretto. Ci sono tre aziende pubbliche che gestiscono questo monopolio e propongono regole attente. Ma dovendo riassumere l’intero sistema di gestione del gioco d’azzardo possiamo dire che in Finlandia se un giocatore perde 50 euro, tutti i finlandesi ne vincono 50. 

Spinti da questa situazione molti giocatori si sono riversati sul gioco a distanza in maniera sempre più forte, diventando tra i più attivi online dopo gli australiani. Non sarà che sono spinti dalla tassazione ridotta che è fissata al 10%?

Belgio

Anche in Belgio la situazione è positiva con una percentuale di tasse fissata all’11%. Va detto che anche qui, lo scorso anno, è stata proposta una ordinanza del Governo belga per chiedere la riduzione dell’imposta dovuta dagli operatori che installano apparecchi per l’intrattenimento del gioco d’azzardo. 

Vista la chiusura di molte attività nel periodo del primo lockdown è stata garantita la possibilità di ridurre di 1⁄12 la tariffa annuale.