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Le mani delle ‘ndrine sul Ponte Morandi, il Tribunale del Riesame conferma le misure cautelari

Rimarranno rispettivamente uno in carcere e l'altro ai domiciliari i due principali indagati. Annullata l'ordinanza nella parte relativa alle aggravanti mafiose

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Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha confermato le misure cautelari applicate agli imprenditori e alla loro segretaria coinvolti nell’operazione Brooklyn. Sebastiano Sgromo e Eugenio Sgromo (difesi dall’avvocato Francesco Gambardella) resteranno rimarranno rispettivamente in carcere ed ai domiciliari.
Il tribunale ha rigettato la richiesta di scarcerazione annullando, però, l’ordinanza emessa dal gip per quanto concerne le aggravanti mafiose. Le due ipotesi di reato quindi sono diventate di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso in concorso esterno.

Anche Rosa Cavaliere (difesa dall’avvocato Alessio Sculco) resta ai domiciliari. La donna è accusata di trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e truffa. Secondo l’accusa, infatti, i due imprenditori, l’avrebbero nominata amministratore della Tank srl, la ditta “incriminata” per quel che concerne i lavori di manutenzione sul Ponte Morandi, per creare uno schermo giuridico che proteggesse l’azienda da interdittive antimafia.

Non è stato ancora discusso il riesame dell’ex ispettore della Guardia di Finanza Michele Marinaro in servizio alla Dia di Catanzaro (già coinvolto in Rinascita Scott) che sin da subito si è mostrato collaborativo. Ha, infatti, risposto al Gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Difeso dall’avvocato Aldo Ferraro, Marinaro è accusato di corruzione in atti giudiziari e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio in concorso con Eugenio Sgromo. Avrebbe rivelato all’imprenditore particolari delle indagini, affidate alla Dia, e avrebbe condotto le indagini in modo da mitigare l’accusa nel confronti degli Sgromo.

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