Percorso Nascita, Associazione Infanzia e Adolescenza rileva inadempienze regionali

Zinno: "La pandemia ha acccentuato le disuguaglianze sociali; permangono molte criticità"

Monica Zinno

“Da una lettura dell’ultimo verbale del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) è emerso in netto peggioramento la qualità dei servizi resi in Calabria che, con un punteggio pari a 125, risulta ancora una volta inadempiente”. E’quanto affermato da Monica Zinno, presidente dell’associazione Infanzia e Adolescenza “Gianni Rodari”.

“In particolare-sostiene Zinno-, nel rapporto del ministero della Salute emerge che ‘per la regione Calabria, il punteggio molto basso ed in peggioramento rispetto all’anno precedente è dovuto all’insufficienza della qualità e copertura dei flussi informativi’. In pratica, pur in presenza di prestazioni eseguite non sono state correttamente trasmesse le relative informazioni. Nello specifico, il DCA n. 160/2020, prevede l’istituzione del Coordinamento regionale per lo screening oftalmologico e audiologico neonatale. In merito al Percorso Nascita la Regione ‘non ha adempiuto’. Nel Verbale dell’ultimo Tavolo Adduce viene riportato testualmente: “Permane per il 2018 l’impegno a dare seguito alle determinazioni assunte dal Cpnn (Comitato percorso nascita nazionale) in merito alla richiesta di deroga per Cetraro e Soverato. Si sollecita, inoltre, la trasmissione delle tabelle relative agli standard materno/neonatali dei PN di I e II Livello”.

“Permangono disuguaglianze sociali in molte fasi del percorso -rileva la presidente-. Criticità che si sono accentuate nel 2020 a causa della pandemia e hanno evidenziato come l’inadeguatezza della Rete territoriale rendono di fatto gli ospedali il principale (e a volte l’unico) punto di riferimento per l’assistenza. Serve riflettere su scala più ampia sulle inefficienze dell’assistenza sanitaria territoriale. Un’occasione per fare il punto sullo stato di salute della sanità calabrese e costruire una strategia comune perché il Terzo settore sia tra costruttori di una sanità a misura d’uomo, donna, ragazzo, ragazza, bambino e bambina e soprattutto dove il curare sarà sempre più prendersi cura. I cittadini e le cittadine in Calabria si mobilitano per riempire un vuoto lasciato dalle Istituzioni e portano un grandissimo contributo in termini di attivismo, monitoraggio, valutazione ed elaborazione di proposte nelle fasi decisionali. Serve un Piano di azione per una serie di indirizzi di politica sanitaria, altrimenti tutta una serie di provvedimenti rischiano di rimanere solo sulla carta”.

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