Cronaca

Detenuto del Vibonese si toglie la vita in carcere ad Ascoli: “Non ce la faccio più”

Gli avvocati: "È stato un suicidio annunciato da lettere quotidiane ai magistrati. Aveva riferito di essere ridotto a 50 chili di peso, di vomitare ogni giorno..."

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Un uomo di 45 anni, originario del Vibonese (ma residente a Pumenengo, in provincia Bergamo), si è tolto ieri la vita nel carcere di Marino del Tronto ad Ascoli Piceno, dove era detenuto nella sezione “alta sicurezza”. Si chiamava Roberto Franzè ed era ritenuto vicino alla cosca Romano. Ha approfittato dell’assenza dei compagni di cella, usciti per l’ora d’aria, e si è impiccato alle sbarre usando le lenzuola.

Quando gli altri detenuti sono rientrati hanno dato l’allarme, ma gli agenti di polizia penitenziaria subito intervenuti non hanno potuto far nulla per salvargli la vita. “Non ce la faccio più, non posso continuare così” scriveva nelle sue lettere inviate dal carcere.

“È stato un suicidio annunciato da lettere quotidiane ai magistrati titolari dei procedimenti nei quali era indagato” hanno dichiarato i difensori di Franzè, gli avvocati Gianbattista Scalvi e la collega Anna Marinelli (del Foro di Bergamo). Due giorni fa, evidenziano, “il proposito suicidario era stato di nuovo comunicato da parte dei difensori alle istituzioni competenti. Franzè aveva riferito di essere ridotto a 50 chili di peso, di vomitare ogni giorno oltre ad essere sofferente delle patologie psichiche documentate agli atti”.