Sanità vibonese, la testimonianza: “Chi si ammala è solo un numero”

L'accusa all'Asp di Vibo: "Al telefono nessuno risponde. Gli utenti sono completamente abbandonati"

asp vibo valentia

Quello che riportiamo è una specie di lettera di protesta pubblicata sui social e indirizzata al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, al senatore Giuseppe Mangialavori e al consigliere regionale Michele Comito. L’oggetto, neanche a dirlo, il funzionamento della sanità vibonese.

Ecco cosa scrive una signora: “La quarta ondata del Covid non vuole arrestare la sua corsa. Nel 2020, quando mio padre è stato travolto da questo mostro, a casa nostra non ho visto medici USCA. Anzi sì, sono venuti, una sola volta, a controllare la saturazione con il nostro saturimetro. Oggi penso che la situazione sia peggio di prima. Anche se fai un molecolare in un laboratorio privato e risulti positivo, finisce tutto lì. Ti illudi che l’Asp ti contatti, faccia il tracciamento dei contatti diretti e i tamponi molecolari, ma prima che arrivi qualcuno devi crepare e poi, forse, arriva qualcuno”.

I numeri dell’Asp sono “un terno al lotto, quello regionale sempre occupato e il 1500 dopo 55 minuti di attesa snervante ti dice che non può aiutarti perché devi essere contattata dall’Asp di appartenenza. Ogni giorno i positivi aumentano e in alcuni casi i tamponi rapidi non sono affidabili. Nel frattempo il virus si diffonde. I politici di questa provincia sedotta e abbandonata perché non tirano fuori le unghie per rivendicare i minimi diritti assistenziali che ogni cittadino dovrebbe avere? I medici che hanno accesso ai palazzi della politica perché non si esprimono, perché non sono dalla parte di chi sta male e, alcune volte, non ha più lacrime da piangere? È proprio vero che chi sta male è solo un numero, quasi un peso per questa sanità malata”.

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