Ancora un’udienza del processo a due sacerdoti del Vibonese, don Graziano Maccarone (segretario dell’allora vescovo di Mileto Luigi Renzo) e don Nicola De Luca, accusati di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Questa mattina nel tribunale di Vibo Valentia, davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Tiziana Macrì, è stato ascoltato il proprietario dei locali che erano stati affittati ad alcune delle parti civili per aprire un’attività di ristorazione.
L’uomo, la cui testimonianza è stata segnata da diversi “non ricordo” visti gli oltre 10 anni passati dai fatti oggetto del procedimento, è stato brevemente interrogato dal pm della Dda di Catanzaro Irene Crea, dall’avvocato Daniela Scarfone – che, insieme a Michele Gigliotti, difende le parti civili del processo – e dai legali di Maccarone (D’Agostino e Iannello) e De Luca.
Oggetto dell’interrogatorio sono stati principalmente i diversi momenti in cui l’ufficiale giudiziario venne a prelevare i beni dell’attività, in virtù del debito da cui sarebbe poi scaturita la presunta tentata estorsione che sarebbe stata portata avanti dai due sacerdoti. La Dda ha inoltre depositato nuovi documenti, mentre sulle richieste di acquisizione presentate dalla difesa di Maccarone sono state avanzate diverse opposizioni alcune delle quali accolte, tra cui quella sollevata dall’avvocato Scarfone in merito ad atti inerenti la condizione sanitaria di una delle parti civili.
La prossima udienza del processo – che sta andando avanti a ritmi abbastanza serrati – è stata fissata per il 14 febbraio, quando verrà ascoltato l’ultimo teste presentato dal pubblico ministero. Dopo seguirà l’esame degli imputati e dei testimoni della difesa. (a.s.)
