Cronaca

Rinascita, boss del Vibonese in aula: «La ‘ndrangheta mi fa schifo»

Le dichiarazioni di chi è ritenuto ai vertici di un clan. Il fratello è fra i 4 ricercati più pericolosi d'Italia.

«Non faccio parte della ’ndrangheta, anzi la ’ndrangheta mi fa schifo». È quanto dichiarato in aula da Domenico Bonavota, durante un esame di due ore al processo “Rinascita-Scott”, condotto dal pm antimafia Annamaria Frustaci. È ritenuto capo dell’ala militare del clan di ‘ndrangheta dei Bonavota, una delle più potenti famiglie del Vibonese.

Il Quotidiano del Sud ha riportato le fasi dell’udienza del presunto boss, fratello di Pasquale che ad oggi è uno dei quattro superlatitanti più ricercati d’Italia. Ha quindi negato di essere un capomafia e sottolineato più volte di «non far parte di alcun sistema e di alcuna organizzazione malavitosa». Tuttavia sono diversi i collaboratori di giustizia che parlano di lui, fra questi Andrea Mantella, le cui accuse sono state definite «frottole».

Bonavota ha affermato di aver seguito tutte le udienze del dibattimento, e nella sua cella «ci sono più carte processuali che biancheria». Non solo, ha anche smentito di essere affiliato alla ‘ndrangheta: «La dote del vangelo? Non so cosa sia. Conosco solo il Vangelo degli atti degli apostoli per averlo studiato al catechismo. Non so neanche dove sia questa Madonna di Polsi perché noi non abbiamo mai fatto parte di un contesto mafioso».

Strali, ancora, contro Andrea Mantella, definito «il professionista della menzogna», che ha conosciuto nel 2004 «per mia disgrazia e sfortuna». «Quando diventano collaboratori magari leggono gli atti giudiziari e se ne fregano se accusano uno, due o cento persone. Più accusano e più importanti diventano. L’unica spiegazione è questa. Io parlo con i certificati di detenzione che dicono questi soggetti sono dei bugiardi e collaborano solo per il loro interesse», ha aggiunto.

Ha negato di conoscere anche altri boss di spicco, come Nicolino Grande Aracri del Crotonese e Pantaleone Mancuso “Scarpuni” di Limbadi. E «bugie sono anche quelle di un altro pentito della criminalità organizzata del Vibonese, Raffaele Moscato. «Io ’ndranghetista? Assolutamente no e l’ho dimostrato nelle sedi giudiziarie facendo tre processi in Corte d’assise per 416 bis», ha detto nell’aula bunker di Lamezia Terme.