Cronaca

‘Ndrangheta, Roma e la Calabria mai così vicine: pacchi di soldi e montagne di cocaina

I rapporti stretti tra le famiglie coinvolte nell'operazione condotta ieri dalla Guardia di finanza e dalla Dda.

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Distanti centinaia di chilometri, ma due realtà simili per modo di agire e di penzare. La Gazzetta del Sud ha riportato i dettagli dell’operazione “Svevia” condotta ieri dalla Guardia di finanza che ha portato all’arresto di 46 persone legate alla ‘ndrangheta calabrese.

«A botta di cocaina e di soldi c’era… Mazzi mazzi di soldi ragazzi! A Tor Bella Monaca diciamo è come la Ciampa, dai!», viene detto in una delle migliaia di conversazioni captate. I due quartieri popolari di Roma e di Lamezia Terme trasformati in due redditizie piazze di spaccio, riporta ancora la Gazzetta del Sud: nella Capitale comandavano i Lupparelli, nella città calabrese i pusher guidati da Antonio Galiano. Un rapporto strettissimo tra le due organizzazioni, legami commerciali che risalgono almeno al 2005 come dichiarato dal collaboratore di giustizia Angelo Torcasio.

Il pentito lametino infatti, scrive ancora la Gazzetta del Sud, ha riferito dei legami di Galiano con Luparelli, dai quali, già nel 2005, si riforniva di cocaina, che aveva offerto in vendita alla famiglia Giampà. Le parole del collaboratore di giustizia hanno poi trovato riscontro. Uno degli esponenti della famiglia Lupparelli proprio in quel periodo avrebbe utilizzato un’auto con un contratto in leasing stipulato da una società (successivamente confiscata dalla Dda di Catanzaro) il cui amministratore era proprio Antonio Galiano.

A seguito della morosità nel pagamento dei canoni mensili, Galiano veniva denunciato per appropriazione indebita ma l’autovettura veniva rinvenuta dai Carabinieri di Tor Bellamonaca in uso ai Lupparelli. I rapporti da allora non si sarebbero mai interrotti e anzi alimentati con legami familiari. Angelo Lupparelli è infatti l’ex cognato di Antonio Galiano, continua ancora la Gazzetta del Sud.