Cronaca

C’è un nuovo pentito nella ‘ndrangheta vibonese, figlio di un altro collaboratore di giustizia

Il giovane, condannato a 30 anni di reclusione come il padre, ha scelto di "saltare il fosso" collaborando con la Dda

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C’è un nuovo collaboratore di giustizia del Vibonese, figlio di un altro pentito che da due anni ha deciso di intraprendere un percorso importante. Ad annunciarlo è stato il pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, nel corso dell’udienza tenutasi stamattina nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita-Scott” che ha decimato le consorterie vibonesi della ‘ndrangheta.

A riportare la notizia è stato il Quotidiano del Sud, che ne ha raccontato i dettagli. Il nuovo collaboratore di giustizia si chiama Domenico Guastalegname, 29 anni, figlio di Antonio, 55 anni, che sta già fornendo informazioni alla Dda da qualche tempo. Entrambi sono stati condannati, insieme ad altre tre persone, a 30 anni di carcere per l’omicidio avvenuto ad Asti il 19 dicembre del 2014, quando un tabaccaio fu ucciso nel corso di una rapina.

Il giovane avrebbe già depositato alcuni verbali, come detto dal pm De Bernardo. Il padre Antonio, invece, ha riferito di numerosi episodi relativi al traffico di stupefacenti che toccano da vicino i gruppi della tifoseria organizzata di una importante squadra italiana: la Juventus. E sì, perchè Antonio Guastalegname, come raccontato dal Quotidiano del Sud, ha parlato specificatamente di soggetti appartenenti allo storico gruppo ultras dei “Drughi”, con la volontà di «Nazzareno Colace di inserirsi nella vendita di stupefacente all’interno dello stadio della società bianconera». Ciò non andò in porto per l’arresto dello stesso Colace e di un altro soggetto.

Il Quotidiano del Sud ha riportato, inoltre, che Guastalegname senior ha raccontato dei suoi «contatti con presunti esponenti della criminalità organizzata vibonese, in particolare con Nazzareno Colace, Giuseppe Antonio Piccolo, Totò Prenesti, Peppone Accorinti, Antonio Vacatello, Saverio Razionale e Nino Accorinti». La scelta di Domenico Guastalegname di “saltare il fosso”, sarebbe dovuta proprio alla decisione assunta dal padre.