In una Cutro blindatissima per il previsto consiglio dei ministri non si sono radunate solo le forze dell’ordine, lungo il tragitto che ha percorso la premier Meloni e i suoi ministri. Sono stati tanti i manifestanti che hanno voluto dimostrare il loro dissenso all’operato del governo, non solo scritte contro Piantedosi fatte con le bombolette spray sui muri della strada che collega la statale 106 al paese, ma anche lanci di peluche metafora dei tanti bambini che sono annegati nel naufragio di domenica 26 febbraio.
Sono soprattutto esponenti dei Cobas, del sindacato USB e del gruppo “Fabbrikando l’avvenire”, costituito da ex dipendenti della Pertusola sud di Crotone, l’industria chiusa da anni, che con megafoni hanno accompagnato il corteo delle auto urlando vergogna. “Chiediamo solo verità e giustizia – urlano altri – A 15 giorni dalla tragedia ancora non emerge la verità. E ieri volevano trasferire le salme. Vogliamo una vera politica di accoglienza”.
È un continuo urlare del presidio in piazza della Scacchiera, a poche centinaia di metri dal Municipio di Cutro, dove oggi si sta tenedo il Consiglio dei ministri. Altri manifestanti urlano “dimissioni, dimissioni”.
“Questa è una terra di emigrati – hanno aggiunto – e sappiamo cosa vuol dire lasciare la propria terra. La nostra è una manifestazione pacifica ma non ci vogliono qui, nonostante il permesso della Questura. Vogliono relegarci in un vicolo ma non ci sposteremo. Dovranno prenderci di peso”.
Sull’altro lato della piazza c’é un gruppo di abitanti di Cutro che sulla scalinata di una chiesa espone manifestini con la scritta “Not in my name”. Questa occasione ha dato anche lo spunto per rivendicazioni di altra natura portando il discorso sul tema del lavoro che manca in quelle zone. La conferenza stampa post Consiglio dei Ministri è prevista per le ore 18.00
