Economia & società

In Calabria assicurazioni sulla casa «quasi inesistenti»

Per il presidente regionale di Anapa, Domenico Cugliari, «occorre cambiare passo». Prova ne sono i danni da maltempo degli ultimi giorni.

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Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti devastanti dei violenti fenomeni metereologici che hanno coinvolto nelle scorse settimane la regione Emilia-Romagna ma anche quelli che, appena pochi giorni addietro, hanno interessato la nostra regione, seppur in maniera fortunatamente più lieve. Vanno annoverati anche in Calabria ingenti danni causati alle proprietà pubbliche e private dalle abbondanti piogge e dai conseguenti allagamenti.

«I fenomeni sempre più frequenti e devastanti indotti dal cambiamento climatico, così come quelli meno prevedibili legati ad eventi potenzialmente distruttivi come i terremoti, impongono una riflessione che non è più rinviabile in relazione alle coperture assicurative dei beni immobiliari privati in caso di danno per catastrofi naturali o eventi meteorologici avversi». È quanto dichiarato da Domenico Cugliari, presidente regionale di Anapa, l’Associazione nazionale agenti professionisti di assicurazione.

«Nel nostro Paese, secondo le stime dell’Ania riferite al settembre 2022, appena il 5% delle abitazioni è coperto da polizze assicurative contro alluvioni e terremoti. Il dato medio nazionale scende sensibilmente nelle regioni del Sud Italia, compresa la Calabria, dove la percentuale non raggiunge neppure l’uno per cento. Si tratta però di fenomeni sempre più frequenti, rispetto ai quali il mondo delle assicurazioni deve necessariamente adottare le giuste contromisure, anche e soprattutto sensibilizzando l’opinione pubblica in direzione
della tutela di quello che rappresenta il bene primario più importante delle famiglie italiane: la casa», ha continuato Cugliari. (CONTINUA IN BASSO)

Ma occorre agire al più presto perché, come già segnalato dal presidente nazionale Anapa Vincenzo Cirasola, le conseguenze sempre più dannose dei cambiamenti climatici hanno l’effetto inevitabile di determinare un aumento delle tariffe assicurative, poiché le compagnie
si trovano a fronteggiare maggiori rischi potenziali. Aumentano di conseguenza le franchigie e diminuiscono i massimali dei risarcimenti. In mancanza di una policy chiara e condivisa, le aree più a rischio del Paese potrebbero diventare addirittura non assicurabili negli anni a venire.

«L’Italia, tra i Paesi industrializzati, è purtroppo quello maggiormente privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle catastrofi naturali, benché il suo territorio sia al contrario tra quelli più esposti a tali rischi. In altri Paesi esistono polizze obbligatorie o semi- obbligatorie che estendono la copertura ai rischi cui sono esposti i fabbricati di proprietà. Se ciò avvenisse anche in Italia, anche lo Stato potrebbe trarre beneficio dalla mutualità assicurativa, indirizzando le risorse dovute per i risarcimenti dei danni subiti dai cittadini ad opere di messa in sicurezza del territorio e di contenimento del rischio da catastrofi naturali. A beneficio di tutta la comunità. Se vi fosse questo meccanismo anche i costi delle polizze ne gioverebbero, diminuendo sensibilmente, e si innescherebbe un circolo virtuoso per il Paese», ha asserito Cugliari.

La Calabria, regione tra le più fragili dal punto di vista dell’assetto idrogeologico, «rappresenta certamente il contesto ideale per provare ad invertire il trend negativo che oggi la vede tra i territori più in ritardo sul fronte assicurativo. È dunque più che mai necessario
avviare una riflessione sul punto ed è doveroso che le compagnie assicurative che offrono tali coperture si rendano protagoniste di una vera e propria campagna di sensibilizzazione volta ad un decisivo cambio di passo».