Cronaca

Travolse e uccise un 18enne, condannata a 5 anni

Il tasso alcolemico della ragazza era tre volte superiore il limite consentito. In passato le era stata sospesa la patente.

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Condanna a cinque anni per Chiara Silvestri, la ragazza di 24 anni che la notte del 19 ottobre scorso ha investito, uccidendolo sul colpo, Francesco Valdiserri, 18 anni, in Cristoforo Colombo a Roma. Lo ha deciso il gup della Capitale, Valerio Savio, disponendo una pena più alta di quanto chiesto dal pm che aveva sollecitato una condanna a 4 anni e mezzo.

Nei confronti della ragazza la Procura contesta il reato di omicidio stradale aggravato. Nel suo sangue fu trovato un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito e l’auto viaggiava ad una velocità superiore ai limiti previsti in quel tratto di strada. Alla ragazza in passato, nel 2020, era stata già sospesa la patente per guida in stato di ebrezza. Il gup ha disposto provvisionali per 800 mila euro in favore della famiglia Valdiserri che si è costituita parte civile nel processo, assistita dagli avvocati Cesare Placanica e Federica Melone. Silvestri quella notte era alla guida di una Suzuki Swift.

La mezzanotte era passata da una decina di minuti, quando sulla laterale di via Colombo, l’arteria che unisce Roma al litorale, un’auto ha perso il controllo finendo a tutta velocità sul marciapiede: un segnale stradale viene sradicato e poi la Suzuki investe Francesco ed un suo amico, quest’ultimo rimasto miracolosamente illeso. Silvestri venne immediatamente arrestata e posta ai domiciliari, nel suo passato anche un ritiro della patente per guida in stato di ebrezza e per essersi rifiutata di sottoporsi al test del palloncino.

Nel corso dell’interrogatorio di convalida la ragazza affermò non ricordare nulla di quanto avvenuto. “Non ho visto quei due ragazzi e non so come ho fatto ad arrivare sul quel marciapiede con la macchina”. E ancora: “tutto si è consumato in un attimo. Ero in auto con un mio amico – ha detto la ragazza -. Stavamo scherzando, eravamo tranquilli: non pensavo potesse accadere una cosa del genere”. Secondo l’accusa la giovane quella notte era in “stato di alterazione psicofisica” anche per l’alcol assunto nelle ore precedenti al tragico schianto. Anche oggi era presente in udienza il padre di Francesco, Luca, giornalista che in questi è tornato su quanto avvenuto quella tragica notte affermando spesso: “non guidare se avete bevuto o preso sostanze, non usate lo smartphone: rispettate i limiti di velocità”.

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