Cronaca

‘Ndrangheta nel Vibonese, riattivata la protezione per un pentito (NOME)

La sua collaborazione con la giustizia ha avuto un impatto significativo sulle indagini contro la criminalità organizzata in Calabria

Generico giugno 2024

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione prima ter, ha accolto l’istanza cautelare presentata dall’avvocato Enrico Morcavallo nei confronti di Giovanni Angotti. La decisione arriva a seguito di un provvedimento della Commissione Centrale, notificato l’8 maggio 2024, che aveva revocato il programma di “protezione speciale” assegnato ad Angotti.

Giovanni Angotti, nato nel 1969, è noto per la sua collaborazione con la giustizia, iniziata pochi mesi dopo il suo arresto avvenuto a marzo del 2010. L’arresto era collegato al tentato omicidio di Vittorio Sia l’11 marzo 2010, successivamente assassinato il 22 aprile dello stesso anno. Questi eventi si inseriscono nel contesto della sanguinosa “faida dei boschi”, un conflitto che per anni ha funestato le aree tra la Vallata dello Stilaro, l’alto Jonio reggino e il basso Jonio catanzarese, causando oltre venti morti. La faida era principalmente motivata dalla lotta per il controllo delle attività illecite nella regione.

Le dichiarazioni di Angotti, dettagliate in verbali resi ai giudici, hanno offerto uno spaccato sull’operatività della cosca “Anello-Fruci”, attiva nel territorio della provincia di Vibo Valentia e non solo. Le informazioni fornite da Angotti hanno giocato un ruolo cruciale nell’inchiesta “Imponimento” condotta dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro. La sua collaborazione con la giustizia ha avuto un impatto significativo sulle indagini contro la criminalità organizzata in Calabria.

Trasferitosi a Filadelfia dopo aver sposato una donna del luogo, Angotti è entrato a far parte della cosca Anello, impegnandosi in diverse attività estorsive per conto del gruppo criminale. La revoca del programma di protezione speciale aveva suscitato preoccupazioni per la sua sicurezza, portando l’avvocato Morcavallo a presentare l’istanza cautelare.