Politica

Amministrative a Vibo, volano gli stracci in Fratelli d’Italia

"Gli elettori vibonesi hanno sonoramente bocciato la proposta amministrativa del partito e la lista di FdI"

comune vibo

“Leggiamo, basiti, le stringate dichiarazioni rilasciate alla stampa dal presidente provinciale del nostro partito in ordine al risultato delle elezioni amministrative nella nostra città, che rimarca a suo avviso  il risultato positivo di Fratelli d’ Italia, lancia altrove la responsabilità della sconfitta, propone un confronto a Forza Italia per analizzare i motivi della stessa, chiosa con gli auguri al sindaco eletto, pensando, inopinatamente, di mettersi al riparo e sfuggire alle sue responsabilità apicali per la cocente disfatta del partito, per la sconfitta della coalizione, per aver trascinato il candidato sindaco allo sbaraglio”.

E’ quanto scrivono in una nota Franco Tigani e Patrizia Venturino, dirigenti provinciali di Fratelli d’Italia.

“Il presidente provinciale si deve assumere, in quota parte, la gravissima responsabilità di aver consegnato la città alle sinistre proprio nel momento in cui Fratelli d’Italia, a livello nazionale, registra  il massimo dei consensi e si consolida, di gran lunga, come primo partito della nazione”.

Il dito è puntato all’indirizzo del responsabile provinciale del partito, Pasquale La Gamba.

“Una storia iniziata male e finita peggio nel corso della quale il coordinamento provinciale di  Fratelli d’Italia non è stato minimamente protagonista della partita. Ha subito, in primis , tacitamente, la decisione riportata dal presidente provinciale di accettare le scelte di Forza Italia, ero,  non ha voluto adottare alcun criterio per la formazione della lista, ha liquidato frettolosamente la proposta di un componente del coordinamento di veicolare  una nostra candidatura a sindaco alla coalizione, ha scelto, nella sua maggioranza, una posizione supina rispetto al movimentismo di Forza Italia. L’apoteosi di tale atteggiamento di sudditanza si è concretizzata al momento della composizione della lista in un contesto che, da un lato, ha visto emarginata una parte del coordinamento provinciale, la nostra, e dall’altra, la plastica incapacità del presidente provinciale di comporre una lista rappresentativa e competitiva  all’altezza delle aspettative di un grande partito di Governo. Solo il pomeriggio prima della data di scadenza della presentazione della lista il presidente provinciale ha provveduto a convocare il coordinamento e solo in quella sede abbiamo appreso che la lista si componeva di 25 candidati su 32 , che quattro non erano neanche residenti a Vibo Valentia e che altri quattro erano consiglieri uscenti di Forza Italia e che gli iscritti al partito erano meno di una decina. In particolare tra i candidati , assumeva particolare rilievo quella del consigliere uscente di Forza Italia, Antonio Schiavello il quale, per come è noto a tutti, nel 2019 era stato letto nelle lista di Fratelli d’Italia per abbandonarla, qualche tempo dopo e passare nelle fila di forza Italia. Non solo. Allo stesso consigliere Schiavello fu affidata la delega al Turismo, sottratta, ironia della sorte, proprio all’assessore di Fratelli d’Italia, Michele Falduto. Parliamo dello stesso Schiavello candidato ed eletto nella lista del nostro partito”.

“Ma il risultato elettorale disastroso è figlio anche di una vistosa  miopia politica che il gruppo dirigente del partito ha dimostrato  nel corso dell’intera campagna elettorale non percependo che la città rivolgeva lo sguardo altrove rispetto alla supponenza di un vertice politico che ripeteva come un mantra, in ogni occasione, il nome della presidente Meloni  dietro il quale ha pensato di nascondere i propri limiti e la propria insipienza e che, invece, gli elettori hanno ben capito e distinto se è vero come è vero che nella stessa giornata elettorale 4.000 vibonesi, pari a oltre il 25%, con due schede in mano, hanno sicuramente premiato la nostra leader, ma di questi, ben 2.500 hanno sonoramente bocciato la proposta amministrativa del partito e la lista, votandone altre e riducendo il consenso al partito ad un misero 8% circa”.

Infine la chiosa: “Qualcuno non ha capito che il Pdl di Scopellitiana memoria è finito nel 2013 e che di tutt’altro tenore è il messaggio politico lanciato dalla presidente Meloni, innovativo , moderno, inclusivo, che per essere correttamente compreso ed interpretato richiede duttilità, approccio metodologico, apertura al consenso, umiltà , doti che sono indispensabili per chi si propone di essere classe dirigente ,ma che, se  uno non ce li ha non se li può inventare e non gli resta che trarne le scontate conclusioni”.

 

 

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