Francesco Messina, per tutti T’Appatumi, in pochi mesi è salito alla ribalta dei social grazie alla sua capacità di portare alto il nome del territorio vibonese e della Calabria.
Per il suo divulgare, in modo originale e con tanto di comicità, antichi saperi e sapori della tradizione calabrese, lo chef influencer è stato insignito di un significativo riconoscimento. Il suo nome infatti era presente tra quelli dei sedici personaggi vibonesi che hanno ricevuto il premio “Radici” durante la seconda edizione del Festival dell’Arte e della Poesia, tenutosi sabato 6 luglio nella piazza Don Mottola di Pannaconi, in provincia di Vibo Valentia.
Organizzato dal parroco don Felice Palamara in collaborazione con l’associazione Crisalide Arte & Cultura, presieduta da Romina Candela, il Festival ha ospitato anche la Fiera dell’Editore e dello Scrittore e il concorso letterario Faville di Primavera.
Scopo dell’evento è stato quello di valorizzare il contributo di alcuni personaggi e associazioni di volontariato nel dare lustro, nell’ambito del proprio campo professionale, al nostro territorio. Tra i premiati, il giornalista Pietro Comito, la scrittrice Titti Preta, l’attore Costantino Comito e, appunto, lo chef Francesco Messina, alias T’Appatumi.
Quest’ultimo con i suoi celebri Reel e il suo modo di esordire con “E chi fai?”, incipit di ogni suo video, è ormai celebre per la varietà di ricette calabresi che fa conoscere sui social. In pochi mesi è diventato un personaggio seguitissimo non solo in Calabria, anche in Italia e all’estero. Amato e apprezzato in particolare da tutti quei calabresi sparsi nel mondo, che in lui rivivono ricordi indelebili di una terra che hanno dovuto lasciare o che hanno conosciuto attraverso i racconti di nonni e genitori.
È grazie alle antiche ricette di T’Appatumi, e al suo diffonderle rigorosamente in dialetto, che qualsiasi persona, anche non calabrese, può conoscere e apprezzare la cultura e le tradizioni della nostra regione. In poche parole, T’Appatumi difende e promuove un’identità culturale che, in una società come questa di oggi, rischierebbe di andare perduta per sempre.
