Cronaca

La droga della ‘ndrangheta nella Capitale e i soldi ripuliti dai cinesi

L’attività dell’organizzazione era vasta e ben strutturata, con droga venduta a 39.000 euro al chilo e distribuita anche in altre città

poliziotto polizia

In un’operazione di polizia denominata “Pit Stop”, un’importante rete di narcotraffico è stata smantellata a Roma. La droga, principalmente cocaina, hashish e marijuana, veniva stoccata in un’officina a Labaro e poi distribuita in tutta la capitale, spesso tramite servizi di consegna a domicilio. Le sostanze stupefacenti provenivano soprattutto dalla Calabria e talvolta dal Sud America, generando un giro d’affari considerevole, con ingenti somme di denaro reinvestite in attività legali. La mente dietro questa operazione era Cristian Canella, 36 anni, descritto dagli inquirenti come un esperto del settore con forti legami nel mondo del narcotraffico. Canella gestiva l’organizzazione utilizzando telefoni criptati e coordinava i trasporti della droga e dei guadagni illeciti principalmente attraverso automobili.

L’indagine ha portato all’arresto di sette persone, con ulteriori misure restrittive per altri due individui. Tra gli arrestati figurano Simone Bumbaca, noto come ‘Nerone’, e Alessandro Max Caprioti, figlio di una figura coinvolta in un noto caso di omicidio. Le autorità sono riuscite a scoprire l’entità del traffico di droga durante un blitz in un’officina, la “Lucky Garage”, dove sono stati trovati 600.000 euro in cocaina.

Nel corso delle indagini, che sono durate circa due anni, la polizia ha sequestrato oltre 100 chili di droghe varie. Canella, nonostante fosse stato posto agli arresti domiciliari e successivamente in carcere, continuava a dirigere le operazioni e ha persino avviato un albergo sulla via Salaria, utilizzato per il riciclaggio dei proventi del traffico di droga.

L’attività dell’organizzazione era vasta e ben strutturata, con droga venduta a 39.000 euro al chilo e distribuita anche in altre città come Terni e Milano. I contatti e i viaggi frequenti tra la Calabria e Roma erano parte integrante dell’operazione, con ingenti somme di denaro movimentate per pagare le forniture e per il riciclaggio attraverso contatti cinesi. Le intercettazioni hanno rivelato anche i lussi e le spese esorbitanti che il denaro della droga permetteva, con Canella che si lamentava delle ingenti somme spese dalla compagna e dalla ex moglie. Nonostante l’arresto, le autorità stanno ancora indagando su alcuni aspetti della rete di riciclaggio e sui destinatari finali del denaro illecito.