Cultura & spettacolo

Museo di Vibo e Mura greche, grande partecipazione al tour gratuito

Iniziativa promossa dalla scrittrice Titti Preta, in collaborazione con il Museo archeologico "Vito Capialbi"

Generico agosto 2024

Ottima partecipazione all’iniziativa promossa dalla scrittrice Titti Preta, in collaborazione con il Museo Archeologico “Vito Capialbi”, in occasione dell’apertura gratis per la prima domenica del mese. All’iniziativa hanno aderito anche gli assessori alla Cultura, Stefano Soriano, e all’Istruzione, Vania Continanza.

In occasione dell’apertura delle Mura greche di Hipponion, c’è stata un’interessante visita al castello Normanno-Svevo (XI-XIII sec.) e alla mostra “I prati di Kore- Storie di antiche donne vibonesi”. Il tutto narrato dalla professoressa, che si è soffermata sulla leggenda dei Sette Martiri di Monteleone, quindi sui riti religiosi di Demetra e Kore, sul culto dell’orfismo attraverso la laminetta aurea di Hipponion, sulla misteriosa dea Pandina con la serie monetale. Infine una dettagliata esposizione degli ex-voto della stipe votiva di Scrimbia, del cippo miliario della via Annia, dell”epigrafe latina delle terme e del busto di Agrippa. Sicuramente il fiore all’occhiello della mostra è il busto di Messalina, che stupisce per la sua fattura e per l’ acconciatura elaborata.

Alle 18,30 il gruppo guidato dalla scrittrice si è incamminato lungo il sentiero che costeggia le favolose e poderose Mura greche di Hipponion, la colonia locrese fondata nel VI sec a C i cui i resti archeologici attestano la grandezza artistica e il potere politico negli italioti. La cortina muraria è stata minuziosamente descritta dall’archeologo Manuel Zinnà.

«Le mura di Hipponion sono probabilmente la testimonianza più monumentale della Calabria greca. La storia di questa imponente difesa coincide spesso con gli avvenimenti bellici che hanno riguardato la città. – ha detto Zinnà – Alla fine del VI secolo Avanti Cristo risale la prima fase della cinta muraria, realizzata fino a una certa altezza in pietre scistose e con un elevato in mattoni crudi, denominati “bresti” in dialetto vibonese. È alla fine dell’età arcaica che risale un’iscrizione proveniente da Olimpia di una guerra vinta dagli Ipponiati con gli alleati Medmei e Locresi su Crotone».

«Nella seconda metà del V secolo Avanti Cristo viene realizzata la seconda fase della cinta muraria, in blocchi parallelepipedi di arenaria e calcarenite. Questa cinta muraria ormai presenta l’elevato completamente in pietra e delle torri quadrate interne. La seconda fase delle Mura subisce l’assedio da parte di Dionisio il Vecchio, del 388 AC. – ha continuato l’archeologo vibonese – La terza fase, poco visibile lungo il tracciato, risale al 379 AC quando i cartaginesi liberarono Hipponion. Questa fase consiste in una riparazione delle Mura precedenti con l’aggiunta di alcune torri quadrate esterne. Alla fine del IV secolo AC risale la quarta fase contraddistinta da torri semicircolari con zoccolo quadrato. L’ultima fase presenta torri simili alle precedenti ma completamente circolari fin dalle fondamenta e con diverse porte di sortita (postierle) per effettuare assalti dalle mura contro gli assedianti. Quest’ultima fase risale all’inizio del terzo secolo AC e da alcuni viene collegata alla conquista di Agatocle, re dei Sicelioti, che aveva occupato la città nel 294 AC e ne aveva rafforzato anche il porto».

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