Politica

Mare sporco in Calabria, Alecci: “Il disastro si poteva evitare”

Il consigliere regionale del Pd punta il dito contro Regione e Agenzia"

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Quest’estate tutti abbiamo assistito allo scempio del mare sporco, soprattutto sulla costa tirrenica, che ha fatto infuriare turisti, residenti e operatori turistici. In piena alta stagione, per molti giorni è risultato impossibile fare il bagno e godere del nostro meraviglioso mare. La Regione e Arpacal hanno sempre sostenuto che quella sporcizia che galleggiava fosse costituita da alghe che proliferavano sia a causa delle alte temperature che del copioso apporto di sostanze nutrienti dai corsi d’acqua, frutto di attività umana legata all’agricoltura, agli allevamenti e all’industria.
E a questo proposito sottolineavano la necessità di controlli più serrati sulle attività produttive che scaricano illegalmente i loro reflui nei corsi d’acqua, richiamando anche gli imprenditori a un maggior senso di responsabilità. Ma ritengo inutile e dannoso cercare capri espiatori o fare appello alla responsabilità dei cittadini, quando in questo caso è del tutto evidente che la colpa sia dei vertici regionali, a cominciare dal Presidente Occhiuto e dal Commissario di Arpacal Iannone. Tutto ciò, infatti, poteva essere prevenuto e gestito per tempo. Già due anni fa avevo portato all’attenzione del Presidente e dei cittadini il fatto che Arpacal stava inutilmente sprecando l’occasione di effettuare il monitoraggio di tutti i corpi idrici della regione con finanziamenti europei già stanziati. Ho anche prodotto per tempo varie interrogazioni al riguardo, ricevendo solo alla prima una risposta vaga e approssimativa. Si trattava di un progetto che, se attuato, avrebbe consentito di individuare le situazioni di criticità su cui intervenire, realizzando quei controlli di cui oggi (paradossalmente!) si reclama l’urgenza.