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Ecco le città più pericolose d’Italia: c’è anche Vibo (DETTAGLI)

Presentata la classifica sui capoluogo di provincia stilata dal Sole 24 Ore

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Sono le grandi metropoli turistiche di Milano, Roma e Firenze a confermarmi anche per quest’anno le peggiori nell’Indice della Criminalità 2024 stilato dal quotidiano nazionale il Sole 24 Ore. Si tratta di una graduatoria su base provinciale che ogni anno permette di scoprire quali sono le province meno sicure del Paese.

Anche la top 10 è popolata da grandi città e mete turistiche. A livello nazionale le denunce sono in aumento per la prima volta dal 2013, con una crescita del 3,8% rispetto al 2022, con particolare aumento dei reati violenti, ovvero gli omicidi, le percosse, le lesioni e le rapine. Per Marco Dugato, ricercatore dell’osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica di Milano “L’aumento che si rileva nel breve e medio periodo va comunque monitorato, in particolare per alcune tipologie di reato”.

Dunque i numeri del 2023 vanno messi in prospettiva: “se si prende in esame la serie storica degli ultimi trent’anni, tralasciando la pandemia – spiega il quotidiano economico – il trend delle denunce aveva toccato il suo punto più basso nel 2019; i valori, in pratica, si stanno riassestando sui livelli del 2016-2018 che, se comparati a quelli di dieci o di vent’anni fa, risultano comunque ancora in netto calo (-17% rispetto al 2014)”.

“Contribuiscono – aggiunge Dugato – le sempre più numerose truffe e frodi informatiche che hanno preso il posto della criminalità predatoria su strada. Più si diffondono le tecnologie informatiche, più opportunità criminali ci sono nel web. Dall’altro lato, però, risultano in forte aumento anche alcuni fenomeni più tradizionali e tipicamente aggressivi, come rapine e percosse”.

IL DATO REGIONALE

Nel nostro Paese, secondo i dati del Viminale, i reati denunciati nel 2023 sono stati oltre 2,3 milioni, un +3,8 per cento rispetto all’anno precedente.

Calano invece nel primo semestre del 2024: sono stati infatti più di 1,1 milioni, ovvero un -1,1 per cento a confronto con lo stesso periodo del 2023. Quanto alla Calabria le denunce presentate nel 2023 sono state poco più di 14600, che rappresentano lo 0,6 per cento del dato nazionale e che posizionano la nostra regione, dopotutto, tra quelle, per così dire, ed in generale, un po’ più sicure.

Nella classifica che comprende 108 capoluoghi italiani, infatti, la provincia di Catanzaro è quella che si posiziona quasi a metà, in 41ma posizione con le sue 3390,7 denunce ogni 100mila abitanti; seguono Vibo Valentia alla 61ma, con 3036,6 denunce; Crotone alla 76ma, con 2866,5 denunce; Reggio Calabria, 80ma con 2780,7 denunce; ed infine Cosenza 95ma con 2560,3 denunce.

MILANO MAGLIA NERA
Tornando al resto del paese, Milano si conferma la città con il maggior numero di reati denunciati nel 2023, con oltre 7mila segnalazioni ogni 100mila abitanti nel 2023. Nel capoluogo lombardo, da anni in cima a questa classifica, le denunce sono in crescita del 4,9% rispetto al periodo pre-pandemia, con picchi di furti e rapine. È terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti.

“Apparentemente c’è questo triste primato, ma non mi sento il presidente del tribunale di Gotham city. C’è un forte problema di risorse: in polizia e carabinieri risultano carenze di organico importanti. Le scarse denunce in altre aree del Paese possono significare che il controllo del territorio sia appaltato a realtà alternative allo Stato”, commenta al Sole 24 Ore Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano,

ROMA IN SALITA
La capitale, invece, registra un incremento delle denunce del 16,7% rispetto al 2019 e del +11% rispetto al 2022, con furti e reati predatori a fare da traino, ma anche reati connessi agli stupefacenti. Rispetto alla crescita di questi numeri l’ex procuratore di Milano, “Aumentano i reati ma anche la fiducia delle persone, più propense a denunciare. Dalle statistiche non emerge una vera emergenza sul lungo periodo ma il numero di reati violenti è alto e i cittadini si sentono insicuri. Stiamo investendo in forme di videosorveglianza che utilizzeranno l’Ai: l’algoritmo ci invierà segnalazioni a cui potremo rispondere in modo tempestivo”, afferma Francesco Greco, ora delegato alla sicurezza per il Comune di Roma.

FIRENZE, IMPENNATA DI RAPINE
Firenze torna sul podio della criminalità, trainata da un aumento delle rapine in strada, cresciute del 56% rispetto al 2022. Il sindaco Sara Furnaro collega questo aumento all’abuso di nuove droghe, come spiega al Sole: “I problemi sono in parte collegati all’aumento dell’uso di alcuni stupefacenti come il crack”. La situazione impone misure urgenti, eppure il fenomeno sembra legato anche al flusso turistico: le grandi città, meta di milioni di visitatori ogni anno, vedono crescere i reati predatori e violenti.

L’IMPATTO DELLE CITTÀ METROPOLITANE
Un’altra novità dell’edizione 2024 è l’analisi dell’incidenza delle città metropolitane sul totale delle denunce. Il 30% dei reati in Italia nel 2023 è stato segnalato proprio nei 14 capoluoghi principali, con Milano e Roma che da sole rappresentano il 15% del totale.

La top 10 della classifica è popolata da grandi città e mete turistiche: Firenze (3a), Rimini (4a), Torino (5a), Bologna (6a), Prato (7a), Imperia (8a) e Livorno (10a).

Napoli (12a), invece, cede il posto a Venezia (9a) tra le prime dieci province per numero di reati registrati nel 2023. A incidere sul trend delle denunce sono anche le presenze temporanee o turistiche, che tuttavia non rientrano tra i residenti usati come parametro.

“I reati più violenti sono dovuti a una circolazione troppo facile delle armi. Bisogna investire in politiche sociali e sanitarie, non solo nei presidi”, per il sindaco del capoluogo partenopeo, Gaetano Manfredi

LE CITTÀ PIÙ SICURE
In controtendenza rispetto ai grandi centri urbani, le province di Oristano, Potenza e Treviso risultano essere le più sicure d’Italia, posizionandosi in fondo alla classifica. Qui le denunce sono decisamente inferiori, segno di un maggiore controllo del territorio o, come suggerisce Roia, di un fenomeno diverso: una possibile omertà o l’assenza di un’efficace azione dello Stato.