Cronaca

Dipendente di un’Asp calabrese accusa l’azienda di averla fatta pedinare

Per il legale della donna, la "verifica del rispetto delle fasce orarie per malattia spetta esclusivamente agli enti competenti come l'Inps o la Guardia di Finanza"

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Una dipendente dell’Asp di Catanzaro ha avviato una causa legale contro l’Azienda, denunciando di essere stata pedinata e sorvegliata su incarico del Commissario, al di fuori dell’ambito lavorativo. L’avvocato Francesco Pitaro ha presentato la denuncia al Commissario ad acta per la Sanità e all’Ispettorato del Lavoro, contestando il trasferimento della dipendente, considerato illegale e discriminatorio, avvenuto senza motivazioni chiare. La dipendente, costretta ad assentarsi dal lavoro per malattia, accusa l’ASP di violazione dei suoi diritti fondamentali, minacciando di portare la questione anche in sede penale.

Nella denuncia si sottolinea come la dipendente, che lavora per l’ASP dal 2000 e dal 2017 è addetta all’ufficio personale, sia stata improvvisamente trasferita presso il Dipartimento di salute mentale, senza una motivazione valida. Tale decisione, secondo l’avvocato, non specifica le ragioni tecniche o organizzative che giustificherebbero lo spostamento, e sembra mirata a danneggiare la dipendente, scelta in modo arbitrario nonostante la sua anzianità di servizio. Successivamente, la dipendente si è vista costretta a rivolgersi al Tribunale del Lavoro di Catanzaro per contestare il provvedimento, trovandosi di fronte una ASP che, per difendersi, ha ingaggiato un avvocato esterno del foro di Roma, nonostante l’esistenza di un ufficio legale interno all’azienda. Inoltre, nel corso del giudizio è emersa una relazione investigativa commissionata dal Commissario e realizzata da un’agenzia privata, incaricata di seguire e monitorare la dipendente durante il suo periodo di malattia per verificare la sua presenza a casa nelle fasce di reperibilità.

La denuncia afferma che tali azioni sono illegali, dato che la verifica del rispetto delle fasce orarie per malattia spetta esclusivamente agli enti competenti come l’INPS o la Guardia di Finanza. L’avvocato Pitaro denuncia una grave violazione dei diritti e delle libertà fondamentali della dipendente, con un pedinamento che rappresenta un’invasione della sua vita privata e familiare.

Infine, l’atto conclude con una richiesta di intervento alle autorità competenti per proteggere la dignità della dipendente e l’incolumità dei suoi diritti, riservandosi la facoltà di presentare una querela alla Procura della Repubblica.

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