Cronaca

Maltrattava la moglie imponendole il vestiario e forzandola a lasciare il lavoro: un arresto in Calabria

La paura per sé stessa e per i suoi figli l’ha spinta a dire basta ed a rivolgersi ai carabinieri

maltrattamenti

I carabinieri della Stazione di Corigliano Scalo, supportati dalle altre componenti del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il coordinamento investigativo della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio, hanno arrestato, in esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa dall’Ufficio gip del Tribunale di Castrovillari, un 40enne incensurato, per maltrattamenti in famiglia.
«Continui maltrattamenti costituiti da sistematiche vessazioni e umiliazioni, denigrazioni sull’aspetto fisico, tanto da arrivare anche ad imporle il vestiario, offese per farla sentire brutta dal punto di vista estetico, la costrizione a lasciare il posto di lavoro per aumentarne il grado di dipendenza economica, oltre a pesanti aggressioni fisiche connotate da un elevato grado di violenza»: questi aspetti, richiamati nella misura cautelare, hanno rappresentato lo scenario in cui era costretta a vivere una giovanissima mamma di Corigliano Rossano. Un periodo fatto di sofferenze, limitazioni e costrizioni che hanno indotto la giovane a sentirsi inadeguata, sino a quando l’esasperazione di quello che stava vivendo e la paura per sé stessa e per i suoi figli non l’ha spinta a dire basta ed a rivolgersi ai carabinieri. Una volta ricostruite le fasi delle aggressioni e delle vessazioni la donna ed i suoi figli sono stati portati in una comunità protetta, dove possono trascorrere in tranquillità le loro giornate. A carico del potenziale responsabile dei comportamenti vietati dalla Legge, invece, l’Ufficio di Procura ha richiesto una misura cautelare che fosse in grado di limitare la possibilità di reiterazione dei reati e servisse ad impedire che la situazione potesse degenerare, nell’ottica prioritaria di difendere queste persone, riconducibili al panorama delle così dette «fasce deboli».
Valutate tutte le circostanze ed i riscontri raccolti dai carabinieri il Giudice per le Indagini Preliminari competente ha emesso la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, ragione per la quale l’interessato è stato arrestato e tradotto presso il carcere di Castrovillari, dove rimarrà a disposizione dei Magistrati.

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