L’operazione, avvenuta nel febbraio 2019, aveva visto i carabinieri di Limbadi sequestrare il parco auto e numerosi ricambi, sostenendo che i veicoli fossero in stato di abbandono e configurando una violazione ambientale. Tuttavia, durante il processo, la difesa di Rizzo, rappresentata dall’avvocato Domenico Tripaldi, ha presentato una robusta perizia condotta da due esperti: un ingegnere ambientale specializzato in rifiuti speciali e un tecnico in conservazione di auto storiche. Le loro testimonianze, unite all’escussione di vari testimoni, hanno dimostrato l’insussistenza di qualsiasi reato.
Giuseppe Rizzo, noto nel panorama delle auto storiche e presidente dell’associazione Motorsport Limbadi, aveva rinunciato alla prescrizione maturata lo scorso febbraio, deciso a ottenere un’assoluzione piena. Il giudice, a conclusione del processo, ha disposto il dissequestro immediato dei veicoli e delle aree coinvolte, restituendo così dignità all’imprenditore.
La vicenda ha origine nel 2019, quando i carabinieri, nel corso di un controllo mirato alla prevenzione dei reati ambientali, sequestrarono due aree a Limbadi: una di circa 1.292 mq contenente 24 veicoli e un’altra di 114 mq con 8 veicoli, tutti considerati in stato di abbandono. Il sequestro fu convalidato dal gip di Vibo Valentia. Il tribunale, però, ha chiarito l’infondatezza delle accuse, confermando che Rizzo non aveva alcuna responsabilità penale.