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Sparatoria contro la folla, è strage: 4 morti e 17 feriti

L'obiettivo era un uomo in particolare ma i proiettili partiti da quelle pistole modificate per poter sparare a raffica hanno ucciso altre tre persone

Sabato notte di terrore a Birmingham, in Alabama, dove un gruppo di sicari ha aperto il fuoco sulla folla in una delle zone più vivaci della città, vicino al campus universitario e piena di locali e ristoranti, seminando morte e panico.

L’obiettivo era un uomo in particolare ma i proiettili partiti da quelle pistole modificate per poter sparare a raffica hanno ucciso altre tre persone e ne hanno ferite diciassette. Il teatro dell’ennesima sparatoria negli Stati Uniti questa volta è stato il quartiere fuori da Hush, un club dove si possono fumare sigari e narghilè, nel popolare quartiere di Five Points. Gli aggressori sono arrivati a bordo di auto, sono scesi e hanno cominciato a sparare all’impazzata sulle persone in fila per entrare nel locale, poi sono ripartiti facendo perdere le loro tracce. Quando la polizia è arrivata hanno trovato due uomini ed una donna già morti, mentre un quarto uomo è deceduto in ospedale. Tra i diciassette feriti, almeno quattro sono in pericolo di vita.

Secondo il capo della polizia di Birmingham Scott Thurmond, che ha promesso una ricompensa fino a 5.000 dollari a chiunque fornisca informazioni utili all’arresto, si tratterebbe di un’imboscata per un regolamento di conti. “Qualcuno ha pagato per far uccidere quella persona”.

Un’ipotesi confermata dalla dinamica della sparatoria – l’arrivo e la fuga in auto, le armi modificate con gli “switch” per farle essere più letali – che fa pensare ad un lavoro da “professionisti”. Per l’agente Truman Fitzgerald, uno dei primi ad arrivare sul posto, queste sparatorie di massa “hanno più a che fare con la cultura che con la criminalità”. Purtroppo risolvere le dispute con i proiettili è diventata un’abitudine”, ha sostenuto. L’incidente in Alabama va ad aggiungersi al già tragico bilancio di almeno 403 stragi negli Stati Uniti quest’anno, secondo il Gun Violence Archive, che definisce una ‘sparatoria di massa’ come un evento in cui almeno quattro persone vengono colpite, escluso il responsabile.

Proprio a Birmingham ce ne sono già state due quest’annno: una a luglio in una discoteca che ha provocato la morte di quattro persone e il ferimento di altre 10 e un’altra a febbraio quando quattro uomini sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco fuori da una biblioteca pubblica. Soltanto due settimane fa un’altra tragedia senza senso quando un quattordicenne armato di un fucile d’assalto ricevuto come regalo di Natale ha freddato due studenti e due insegnanti nella sua scuola in Georgia e l’anno scorso gli Stati Uniti Usa hanno registrato il maggior numero di sparatorie di massa dal 2006.

Non si può definire strage ma è un esempio drammatico che la violenza delle armi in America è una piaga difficile da estirpare perché radicata in un certo tipo di cultura quello che è successo qualche giorno fa in Kentucky dove lo sceriffo della contea di Lechter Shawn M. Stines, 43 anni, ha ucciso con vari colpi di pistola il magistrato Kevin Mullins, 54 anni in tribunale dopo una lite. Una scena da film Western ma che in un paese dove ci sono più armi, circa 398 milioni, che persone rischia di diventare la quotidianità.