Cronaca

Traffico di rifiuti in Calabria, tutti assolti: “Tre anni di sofferenza” (NOMI)

Parla una delle persone coinvolte: "Abbiamo subito un'ingiustizia"

Il Giudice per l’udienza preliminare, Sara Merlini, ha pronunciato questa mattina la sentenza nel processo scaturito dall’inchiesta denominata “Le Verdi Praterie”, che ha visto alla sbarra diverse persone operanti a Crotone.

Sono stati assolti Antonella Stasi, Roberto Stasi, Anna Crugliano, Salvatore Esposito, Francesco Carvelli, Salvatore Succurro, Antonio Muto e Raffaele Rizzo perché il “fatto non sussiste”. Il gup ha inoltre deciso la revoca del sequestro dei beni immobili e dei beni mobili registrati facenti parte del complesso aziendale della società Le Verdi Praterie e la loro restituzione agli aventi diritto. L’inchiesta aveva contestato a soci, manager e dipendenti della società un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti e alla commissione di una truffa ai danni del Gestore dei Servizi Elettrici destinatario dell’energia prodotta dall’impianto.

Le dichiarazioni della presidente del Gruppo Marrelli – a cui fa capo Verdi Praterie – Antonella Stasi Marrelli

“Abbiamo sofferto molto in questi 3 anni. Dopo la morte di mio marito il 2 marzo, giorno del suo compleanno, ci sequestrano la nostra azienda agricola, per traffico di rifiuti. Increduli abbiamo impiegato qualche giorno per capire cosa stava succedendo. L’azienda viene sottratta alla mia custodia e consegnata agli amministratori giudiziari. Oggi l’azienda è distrutta, l’impianto biogas chiuso ed il caseificio fermo. Gran parte della stampa ha provato a distruggere l’immagine di un gruppo di 420 collaboratori e 40 anni di storia in poche ore. Abbiamo dovuto licenziare diversi operai, altri li abbiamo trattenuti nell’attesa e nella speranza che presto finisse. Abbiamo accumulato debiti e ritardi con i fornitori. Ma grazie alla forza del Gruppo e delle altre aziende noi siamo riusciti a resistere. Oggi è il momento in cui possiamo tirare un sospiro di sollievo: IL FATTO NON SUSSISTE! Siamo pronti a rimboccarci le maniche (come mio marito ha sempre fatto) ed insieme ai collaboratori del gruppo a far ripartire i motori di questo pezzo di economia del nostro territorio. Ma lasciatemi dire che ABBIAMO SUBITO UNA GRANDE INGIUSTIZIA che ha avuto un peso ed influito nello sviluppo dell’azienda. La notizia di oggi è un’iniezione di fiducia per me, i miei figli, i miei collaboratori ed i tanti imprenditori calabresi che hanno vissuto la mia triste e devastante esperienza”.

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