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Caso Vibonese, il Tar del Lazio accoglie il ricorso e fissa la camera di consiglio

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I giudici amministrativi smontano le tesi della Lega Pro in ordine al diniego alla richiesta di accedere alla documentazione relativa alla fideiussione dell’Acr Messina

di MIMMO FAMULARO

Un altro passo in avanti ed un altro punto a favore della Vibonese nella battaglia giudiziaria con i vertici calcistici italiani. Lo segna il Tar del Lazio al quale il club rossoblù si era rivolto contro il diniego opposto dalla Lega Pro all’istanza di accesso agli atti presentata lo scorso uno luglio per prendere visione della documentazione relativa alla fideiussione dell’Acr Messina. I giudici amministrativi hanno, di fatti, dato ragione alla società del presidente Pippo Caffo disponendo l’integrazione del contraddittorio tra le parti e fissando la camera di consiglio per il prossimo 10 aprile.

La richiesta negata. La Vibonese aveva chiesto alla Lega presieduta da Gabriele Gravina “la documentazione relativa al deposito della fideiussione relativa alla stagione sportiva 2016/2017 del Messina e tutta la relativa documentazione e corrispondenza trasmessa dalla Lega al club relativamente alla sostituzione dei fideiussione richiesta oltre alla documentazione degli altri club militanti nel girone C della Lega Pro relativamente alla sostituzione dell’ex fideiussione secondo quando disposto dal comunicato ufficiale del dicembre del 2016”. A questa richiesta la Lega Pro ha opposto il diniego e davanti ai giudici del Tar del Lazio ha sostenuto che, essendo un’associazione non riconosciuta di diritto privato, non sarebbe “sottoposta alla normativa che prevede e disciplina l’accesso agli atti, in quanto applicabile ai soli enti pubblici”.

Il verdetto. Un punto smontato prima dai legali difensori della Vibonese, gli avvocati Federica Ferrari e Gabriele Cacciotti, e poi dagli stessi giudici per i quali la Lega è sottoposta alla disciplina di materia di accesso documentale quando svolge, come in questo caso, attività di rilievo pubblicistico. Nella fattispecie, l’interesse della Vibonese è considerato dal Tar del Lazio: diretto, concreto, attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata ai documenti di chi ha chiesto l’accesso. E l’interesse del club rossoblù era ed è quello di ottenere la documentazione da cui “possa eventualmente desumersi l’assenza di garanzie idonee per partecipare e per terminare il campionato in capo anche solo ad una delle società militanti nel girone C nella passata stagione”.

Gravina sempre più solo. Un duello a due visto che la Figc se ne è lavata le mani precisando che “la documentazione non è depositata presso gli uffici della Federazione”. Con il cerino in mano rischia quindi di rimanere Gabriele Gravina, numero uno della Lega Pro, sempre più solo dopo l’addio di Carlo Tavecchio, l’ex potentissimo presidente della Federcalcio caduto in bassa fortuna.

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