Cronaca

Blitz anti ‘ndrangheta in Calabria: commerciati e imprenditori taglieggiati (NOMI)

Alcuni degli indagati erano in possesso di armi da fuoco, già sequestrate durante operazioni del 2021 e 2022

salario soldi

Sono accusati, a vario titolo, di reati come associazione mafiosa, estorsione, usura, danneggiamenti, oltre che di traffico di stupefacenti e numerosi illeciti legati ad armi e droga: si tratta delle 31 persone coinvolte nel blitz condotto questa mattina a Cutro, frutto di un’indagine avviata nel 2020.

L’operazione ha avuto origine nell’ottobre del 2020, a seguito dell’estorsione di un imprenditore di Cutro, che ha portato alla luce le dinamiche della ‘ndrangheta nel periodo successivo all’arresto del boss Nicolino Grande Aracri.
Secondo gli investigatori, la fine dell’egemonia del noto boss sarebbe stata in parte sostituita dalla famiglia Martino, storicamente legata ai Grande Aracri e in contrapposizione alla cosca rivale dei Ciampà-Dragone. Il gruppo Martino è guidato da Vito Martino, insieme alla moglie e ai figli, e avrebbe già tentato di emergere come una cosca indipendente della ‘ndrangheta. La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) ritiene di aver raccolto prove sostanziali contro tutti gli indagati, evidenziando tipiche modalità mafiose nelle loro attività.
Tra le scoperte emerse c’è l’esistenza di una “bacinella” alimentata anche dallo spaccio di droga tra Cutro, Cosenza e Catanzaro. Questo fondo comune serviva a sostenere economicamente le famiglie degli affiliati e i detenuti.
Le indagini hanno trovato un supporto decisivo nelle testimonianze dei collaboratori di giustizia Giuseppe Liperoti, Salvatore Muto, Angelo Salvatore Cortese, Antonio Valerio e Gaetano Aloe, che hanno offerto elementi utili già evidenziati in precedenti operazioni come Kyterion e Aemilia.
È emersa una forte capacità di controllo del territorio attraverso intimidazioni e richieste estorsive rivolte a commercianti e imprenditori. Alcuni degli indagati erano in possesso di armi da fuoco, già sequestrate durante operazioni del 2021 e 2022. La violenza non si limitava agli esterni, ma veniva diretta anche verso i membri del gruppo. È stato accertato, ad esempio, il danneggiamento di veicoli appartenenti alla famiglia Martino, con il consenso del boss Domenico “Mico” Megna di Papanice, un elemento che permette di comprendere i rapporti tra le cosche del crotonese.

GLI INDAGATI
Tra gli arrestati: Antonio Colacino (44 anni); Francesco Martino (27); Salvatore Martino (32); Vito Martino (54); Ranieri Giuseppe Migale (46); Antonio Musacchio (46); Antonio Pasquale Muto (26); Giuliano Muto (36); Giuliano Muto (26); Vito Muto (58); Rosario Parrotta (33); Salvatore Peta (58); Rosanna Policastrese (53); Carlo Verni (56); Veneranda Verni (54).
Agli arresti domiciliari: Damiano “Bruno” Berlingieri (47); Massimo Berlingieri (47); Paolo Fiorentino (57); Vittorio Gentile (50); Angelica Passalacqua (42); Daniele Passalacqua (34); Pino Passalacqua (37).

Più informazioni